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Laura Manconi: “L'emozione del primo titolo”. Per ora studia ma ecco cosa vuol fare da grande

La calciatrice dell'Isera, Laura Manconi, racconta dei momenti più esaltanti della sua carriera e di quel patentino di allenatrice che per il momento non può sfruttare

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Laura Manconi: “L'emozione del primo titolo”. Per ora studia ma ecco cosa vuol fare da grande

Bandiera dell’Isera, squadra della Basso Atesina militante nel campionato di Eccellenza, Laura Manconi, classe 1989, ha coronato la sua carriera vincendo la Coppa Italia di categoria, primo titolo di un lungo percorso iniziato trent’anni fa.

Ambiziosa e preparata, pur conseguendo il patentino di allenatrice Uefa C, ha dovuto accantonare l’idea del doppio ruolo in società, concentrandosi unicamente ad essere una calciatrice finché il fisico lo consentirà.

Ciao Laura, per iniziare una breve descrizione della tua carriera

“Ho iniziato il mio percorso all’età di 4 anni, militando per due stagioni nella squadra del mio paese, l’U.S. Marco, nei pressi di Rovereto, prima di sospendere l’attività agonistica e cimentarmi in altri sport quali il basket, il tennis, il nuoto e la pallavolo; a seguito di un problema alla schiena, all’età di 17 anni, ho dovuto abbandonare il volley, rituffandomi nel mondo del calcio, ripartendo dall’Azzurra, squadra di calcio a cinque interamente al femminile; dal 2012 sono approdata all’Isera, società ambiziosa ed organizzata, collocata in posizione strategica nel territorio per poter conciliare al meglio lo sport con lo studio universitario di scienze infermieristiche nella città di Trento”.  

I ricordi più belli della tua carriera

“Il momento più emozionante è tra quelli più recenti e riguarda la vittoria in Coppa Italia Eccellenza contro il Pfalzen Natz Damen, un successo pazzesco, il primo titolo portato a casa a coronamento di una lunga carriera agonistica; si è trattato di un successo meritato ma inaspettato, maturato a seguito di un lungo percorso dove abbiamo preso consapevolezza e fiducia nei nostri mezzi; ricordo con piacere anche l’esperienza in serie C con squadre di valore con il Venezia ed il Padova a seguito del ripescaggio nella categoria superiore”.

Il tuo doppio ruolo di calciatrice e vice allenatrice

 “Ho deciso, al momento di accantonare l’idea di poter svolgere contemporaneamente entrambi i ruoli, decidendo di continuare a fare solo la calciatrice finchè il fisico me lo consentirà; preferisco fare una cosa e bene, concentrandomi al meglio su una opzione, evitando la dispersione di energie.

Mi sono ritrovata allenatrice dell’under 17 dell’Isera, assecondata e spronata in tale attività dal mio compagno, un allenatore di esperienza che aveva intravisto in me una figura chiave per supportare il suo compito; dopo le iniziali titubanze, dovute anche alla nostra potenziale posizione di conflitto verso la società, le cose sono andate molto bene, creandosi le basi per un giusto feeling con l’ambiente circostante, nel rispetto delle proprie competenze

Una volta conseguito il patentino di Uefa C, avevo imparato nel tempo ad essere una guida ed una educatrice allo stesso tempo, ottenendo buoni risultati; il ruolo mi ha sempre trasmesso entusiasmo e tanta energia e non escludo a medio termine di completare il mio percorso di formazione, conseguendo il patentino Uefa B, in un’ottica di crescita e maturazione”.

La stagione

“Puntiamo sempre a dare il meglio di noi stesse in campo, ambendo a raggiungere il vertice della classifica ed il ritorno alla categoria superiore”.

Ti senti di aver piu’ dato o ricevuto dal calcio ?

“Il bilancio è equilibrato, si è fatto tanto volontariato ma si è ricevuta una grande quantità di soddisfazioni sia a livello sportivo che umano, rappresentando con orgoglio il nostro territorio, facendoci sentire parte integrante della nostra comunità, regalandoci gratificazioni che non hanno prezzo e valore”.

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